per fare un tavolo… / Floyd e Tiptoe

per fare un tavolo… / Floyd e Tiptoe

Le soluzioni cosiddette “easy” riguardo all’arredo sono oggi la scelta più comune e più efficace: soluzioni che permettano praticità di montaggio e smontaggio, reversibilità di utilizzo e costi contenuti ottenendo comunque un risultato originale. E’ per questo che ho pensato di parlarvi di un prodotto che si allinea perfettamente con questa idea: delle semplici gambe a morsetto in diversi colori adatte per creare tavoli, scrivanie, coffee table, sgabelli, panche, insomma tutto ciò che necessiti di piedi. Le due aziende di cui vi parlerò sono la Tiptoe, francese, e la Floyd, americana. Entrambe partono dallo stesso concetto di base, quello del morsetto in acciaio, ma le possibilità sono leggermente diverse. Entrambi i sistemi hanno comunque dei vincoli sullo spessore del materiale scelto per il ripiano (non fragile, poichè rischierebbe di spezzarsi in corrispondenza del morsetto) e sulle dimensioni ovviamente, ma su entrambi i siti ci sono specifiche tecniche piuttosto chiare. I costi sono grossomodo simili e si aggirando tra i 40 e i 50 euro a gamba per entrambe le aziende. Floyd fornisce un’ampia gamma di prodotti: oltre ai piedi, anche sostegni per base-letto e morsetti per mensole. Qui parlerò dei piedi per realizzare tavoli, ma vi consiglio di visitare il loro sito per dare un occhio anche a queste altre soluzioni molto interessanti. I piedi, disponibili in tre altezze (75 cm, 40 cm e 46 cm), sono anche pensati per due tipologie di utilizzo differenti: dalle superfici più caricate (come un tavolo da pranzo o da lavoro – loro li suggeriscono anche per tavoli da ping pong), a piani da appoggio più leggero (tavolo foyer, comodino o tavolino da salotto). La versione base...
design di recupero / i cassetti di Franziska Wodicka e quelli di Rupert Blanchard

design di recupero / i cassetti di Franziska Wodicka e quelli di Rupert Blanchard

Recuperare sta diventando sempre più una pratica diffusa e la cosa bella è che il motivo non è più  legato semplicemente a ragioni economiche ma piuttosto al valore che si riconosce alla memoria, alla storia che un oggetto (o parte di esso) si porta dietro. Questa innovativa visione delle cose ha aperto molte porte alla creatività ed è per questo che quello che state leggendo è già il secondo post sul tema “design di recupero” (il primo lo trovate qui): re-inventare, ri-vedere, è un altro punto di partenza del creare. Franziska Wodicka e Rupert Blanchard sono due designers artigiani che hanno in comune questa passione. Entrambi riutilizzano parti di vecchi mobili per riassemblarle e dare vita ad oggetti originali e con un carattere ben preciso. Franziska Wodicka si trova a Berlino, attualmente il suo sito (SchubLaden, che significa per l’appunto ‘cassetti’) è in stand-by in attesa di un rinnovo, ma le sue creazioni si trovano variamente sparse sul web e comunque è possibile contattarla accedendo alla sua pagina. I suoi mobili sono eleganti, caratterizzati da un design pulito ed essenziale in cui le parti “vecchie” si fondono alla perfezione con la struttura creata ad hoc per ospitarli.   Rupert Blanchard è inglese e le linee dei nuovi ‘assemblati’ vogliono mettere maggiormente in evidenza la doppia natura del nuovo oggetto, con forme meno integrate e strutture spesso lasciate grezze in cui il carattere del recupero risulta prevalente.   Nella loro diversa interpretazione del manufatto, sono secondo me entrambi bravissimi e suggestivi. E se qualcuno avesse qualche velleità artigianale, loro potrebbero essere un bello...
la camera dei bambini

la camera dei bambini

Mi piace quando entro in una stanza di bambini e di colpo mi trovo in uno spazio davvero a loro misura, nel quale i bambini si sentono autonomi e padroni di ciò che li circonda. Non mi riferisco solo alla dimensione delle cose, chiaramente ridotta, ma proprio allo spirito degli oggetti che la compongono, oggetti che “li aiutino a fare da soli”, come sosteneva Maria Montessori, ma anche che vadano incontro alle loro attitudini di scoperta e sperimentazione. Una camera per bambini per me dovrebbe uscire dagli schemi tradizionali e proporsi come lo spazio in cui è possibile guardare le cose da un’ottica diversa. E’ con questo spirito che sceglierei di dedicare una parete al disegno. Le immagini giganti di uno sticker già sono piuttosto attraenti, ma volendo dare ai bambini la possibilità di cimentarsi in pitture murali, in commercio si trovano bellissime carte da parati personalizzabili. Questa – Frames di Graham&Brown – permette loro di disegnare a piacimento all’interno di una serie di cornici che ne organizzano l’effetto. Altrimenti, ci sono carte da parati più “guidate”: da colorare, come questa – Jungle di Mr Perswall – che nell’immagine è utilizzata dalla decoratrice Isabelle McAllister. o da completare, come I see you prodotta da Cavern, fatta solo da piccoli occhi. Se lo spazio della camera è sufficiente, anche una casetta in cartone da dipingere è una possibilità divertente: regalerà ai bambini la tanto amata “tana” che, a seconda dei gusti, potrà essere decorata per ambientarla nel contesto di gioco preferito. Casa cabana di Studioroof – in materiale riciclato e biodegradabile – è disponibile anche parzialmente disegnata con la sagoma di un albero e qualche animale. Inoltre essendo di facile montaggio e smontaggio (si tratta di un unico pannello...
e se ci fossimo stancati dell’effetto pietra?

e se ci fossimo stancati dell’effetto pietra?

I rivestimenti simil pietra sono andati per la maggiore negli ultimi anni, e le aziende producono gres e materiali agglomerati che simulano l’effetto naturale di ardesia, beola, travertino, porfido, quarzite o basalto. In alternativa a questo minimalismo cromatico, adesso in commercio si trovano anche bellissime collezioni di ceramiche o vere e proprie cementine decorate nei modi più diversi, ispirate alle piastrelle che alla fine dell’Ottocento si diffusero con i nomi di cementine, marmette, graniglie o pastine, a seconda della grossolanità dell’impasto, comunque a base di cemento, marmo e ossidi di ferro. I disegni variano da quelli classici – avete presente quelli nelle case delle nonne, con un decoro sul bordo diverso da quello centrale a simulare un tappeto? – o anche interpretazioni più moderne. L’ambiente che ne verrà fuori sarà di certo meno rigoroso e lineare, ma ne acquisterà in calore dando risalto anche all’arredo più moderno. Infatti questi rivestimenti non vanno immaginati solo per la ristrutturazione di una casa di campagna, dove di certo aiutano a reinterpretare il senso di tradizione, ma anche di ambienti cittadini nei quali si ha voglia di creare qualche elemento di contrasto e un “involucro” meno neutro. Questa è una selezione di decori più classici, che anche graficamente riprendono le vecchie marmette liberty con elementi floreali. da sinistra verso destra le aziende: Marrakechdesign – Mipadesign – Refin  (rivestimento ceramico) – Mipadesign – Mosaic del Sur – Mipadesign Ce ne sono di bellissimi anche con segni più geometrici e astratti. La stessa Paola Navone ha disegnato per Bisazza una collezione di cementine per interno e qui in basso ne vedete due esempi. da sinistra verso destra le aziende: Mipadesign – Mipadesign –...
design di recupero / SBOBINA DESIGN

design di recupero / SBOBINA DESIGN

Benvenuti in questo blog che oggi apre le sue porte! Le apre a chi di architettura si occupa per mestiere o a chi ci si accosta per curiosità o per passione. Chiunque voi siate, spero che troverete negli argomenti che tratterò cose interessanti o spunti di riflessione o idee nuove. Io mi propongo di creare uno spazio di condivisione su tutto ciò che gravita intorno al mondo dell’architettura, che è vasto ed affascinante, partendo dal design fino ad arrivare anche all’artigianato. Il primo post che ho deciso di scrivere riguarda il riuso dei materiali, che in questo caso diventano la base per oggetti di design molto belli e funzionali secondo me, senza assolutamente nulla da invidiare alle migliaia di oggetti industriali prodotti oggi. La ricerca e la scoperta di modi originali di dare una vita nuova a qualcosa di utilizzato precedentemente con un’altra funzione, e anche un’altra forma a volte, mi entusiasma sempre molto perché io penso che il futuro sia in queste cose, in questo genere di pensiero intendo, che non soltanto ha il valore etico dell’ eco-sostenibilità ma anche un senso umano più profondo, che ci lega alle cose e al tempo che passa in un modo naturale e meno consumistico. L’ideatore di Sbobina Design, Emiliano Bona, recupera bobine industriali di legno e in generale materiali industriali dismessi, trasformandoli in arredi essenziali sia nella forma che nelle definizioni di colore: quello che spicca è la materia, reinventata e riadattata alla nuova funzione. Questa una parte della sua presentazione: “Bobine per cavi elettrici, assi da ponteggio e casse di imballaggio vengono trasformate, attraverso una procedura non più industriale ma artigianale, in tavoli, librerie, sedute, attaccapanni e lampade....